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    WEC - 2017 Season Review - Parte 1: una buona partenza

    28 dicembre 2017

    Maranello, 29 dicembre 2017 - Il segreto della vittoria nello sport è il moto perpetuo, la capacità di non fermarsi mai, nemmeno per un secondo, neppure dopo la più bella delle vittorie. Riuscire immediatamente a pensare alla competizione successiva, a un nuovo obiettivo, a un traguardo che permetta di rimettersi da subito a lavorare a testa bassa.   La stagione 2017 della Ferrari nel World Endurance Championship (WEC) è stata quanto mai l’incarnazione di questo modo di vedere le cose. Tanti i cambiamenti rispetto al 2016, che pure era stato un anno vittorioso, e ancora più voglia di imporsi per dimostrare che la bontà del lavoro e dei progetti possono portare a superare ogni ostacolo e a conquistare risultati di assoluto rilievo.   La Ferrari, campione costruttori in carica, è arrivata ai nastri di partenza con tante incognite con cui fare i conti. Innanzitutto c’era il ritorno in veste ufficiale di un costruttore come Porsche, forte di una nuova vettura che andava ad affiancare Ford e Aston Martin completando un parco avversari di grande prestigio. Poi c’era l’aspetto relativo ai piloti: a fine 2016 se ne era andato Gianmaria Bruni, pilota che tanto aveva vinto con la Ferrari, sostituito nel team da un altro italiano, Alessandro Pier Guidi, ottimo pilota ma all’esordio nel WEC. Il nuovo arrivato è andato a far coppia con James Calado sulla 488 GTE numero 51 mentre sulla 71 sono stati confermati Sam Bird e Davide Rigon. A chiudere il quadro delle incognite c’era il nuovo regolamento sportivo con l’introduzione del Balance of Performance automatico: nessuno alla vigilia poteva sapere come avrebbe potuto influire su strategie ed economie di gara. Una delle grandi novità del 2017 era rappresentata dall’aumentata caratura del campionato, divenuto anche per la classe GT un titolo mondiale a tutti gli effetti per costruttori e piloti.   Il gruppo di lavoro di Ferrari, i tecnici di Michelotto e il team AF Corse si sono messi al lavoro fin dall’inverno per arrivare preparati al via del Mondiale, e in particolare a Maranello si è deciso di investire in tecnologie e software potenziando in maniera significativa il simulatore GT. Questo strumento si è rivelato particolarmente utile per tecnici e piloti che hanno potuto svolgere in anticipo alcuni dei compiti preliminari, salvando così tempo prezioso in pista che è stato dedicato a lavori di affinamento sulla vettura e a prove di valutazione delle gomme e di altre componenti.   La stagione ha preso il via a Silverstone in aprile, dove a vincere è stata la Ford di Andy Priaulx ed Harry Tincknell, poi rivali dei ferraristi per tutta la stagione. Pier Guidi e Calado si sono piazzati secondi mentre in classe GTE-Am a vincere è stata la Ferrari di Weng Sun Mok, Matt Griffin e Keita Sawa. La vettura 51 ha centrato il secondo posto anche a Spa-Francorchamps nel weekend perfetto di Bird e Rigon. I piloti della 488 GTE numero 71 hanno dominato la gara fin dalle qualifiche facendo anche correre un brivido a tecnici e tifosi quando Bird è stato protagonista di un incontro fin troppo ravvicinato con la vettura gemella di Pier Guidi.   La terza gara della stagione è stata la 24 Ore di Le Mans, unica nota dolente del 2017 in classe GTE-Pro. La maratona francese, cui erano iscritte undici Ferrari, un record, ha proposto un BOP troppo penalizzante per le 488 GTE che in rettilineo non riuscivano a tenere il passo delle auto avversarie. Rigon, Bird e Molina sono giunti quinti mentre la vettura 51, affidata a Pier Guidi, Calado e Michele Rugolo, sostituto all’ultimo dell’infortunato Lucas Di Grassi, è uscita di scena al mattino, dopo che James, nella frenesia di inseguire il gruppo di testa, è rimasto coinvolto in un incidente con un doppiato. Gara da dimenticare anche per la terza Ferrari iscritta, quella del team Risi Competizione, letteralmente sbattuta fuori dal prototipo di Matthieu Vaxivière dopo appena quattro ore, quando al volante c’era Pierre Kaffer, che divideva l’abitacolo con Giancarlo Fisichella e Toni Vilander.   A salvare il bilancio ci hanno pensato gli equipaggi iscritti in classe GTE-Am. Tre 488 GTE hanno monopolizzato il podio con la vittoria di JMW Motorsport, con Will Stevens, Dries Vanthoor e Rob Smith, il secondo posto di Spirit of Race, con Marco Cioci, Aaron Scott e Duncan Cameron, e il terzo di Scuderia Corsa con Cooper MacNeil, Townsend Bell e Bill Sweedler.   Fine prima parte. La seconda sarà online da domani.