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    Time machine: 24 Ore di Le Mans 2019

    Maranello 16 giugno 2020

    La gara di endurance più celebre ed estenuante del mondo ha incoronato vincitore il team AF Corse di Calado, Pier Guidi e Serra: è la vittoria numero 27 del Cavallino Rampante a Le Mans, a 70 anni esatti dalla prima

    A pochi giorni dall’inizio della 24 Ore di Le Mans edizione 2019, Ferrari annuncia un cambio di livrea sulle sue due 488 GTE EVO, in procinto di gareggiare nella categoria GTE Pro per il team AF Corse. Sul tetto scintilla un nuovo logo: “1949-2019. 70ème anniversaire Première victoire au Mans” (“1949-2019. 70° anniversario della prima vittoria a Le Mans”). È stato l’anno del trionfo di Luigi Chinetti e Lord Selsdon al volante della 166 MM, in un’edizione della gara che è passata alla storia per diversi motivi. Per cominciare, è stata la prima del dopoguerra. Nei cinque anni di occupazione del territorio francese durante la Seconda Guerra Mondiale, il circuito e le sue infrastrutture erano state gravemente danneggiate. Nel dopoguerra, l’ACO (Automobile Club de l’Ouest) impiegherà ben quattro anni per raccogliere i fondi necessari e ristrutturare il circuito e, nel 1949, la 24 Ore di Le Mans rinasce dalle sue ceneri. Già vincitore nel 1932 e nel 1934 con l’Alfa Romeo, Chinetti interpreta nuovamente il ruolo più amato dai tifosi, quello dell’eroe. Il quarantasettenne pilota italiano raggiunge l’obiettivo guidando la sua 166 MM numero 22 per ben 22 ore e 51 minuti. Un’impresa straordinaria che rende ancora più memorabile la prima delle nove vittorie assolute della Ferrari sul circuito della Sarthe. Per le 488 GTE EVO di AF Corse sono quindi tante le ragioni per lanciarsi all’inseguimento della gloria nella categoria GTE Pro di quest’anno, che ha messo alla prova 17 auto e sei costruttori. Le vetture erano uno spettacolo e sfoggiavano alette parasole iridate in omaggio al titolo Costruttori conquistato dalla Ferrari nella precedente stagione FIA WEC - il quinto su un massimo di sei, e il primo riconosciuto ufficialmente dalla FIA. Qualificatesi rispettivamente all’8° e al 12° posto, le Ferrari 488 numero 71 e 51 hanno conosciuto alterne fortune in gara.

    In ritardo fin dalla prima ora e infine costretta al ritiro, la prima - guidata da Sam Bird, Davide Rigon e Miguel Molina - ha lasciato la vettura gemella a difendere da sola i colori di Maranello, un compito magistralmente svolto dal ‘dream team’ composto dal britannico James Calado e dall’italiano Alessandro Pier Guidi - campioni del mondo GTE 2017 - e dal brasiliano Daniel Serra. I tre piloti, al massimo della forma, non hanno sbagliato nulla, così come i meccanici e gli strateghi di AF Corse, che hanno dato una lezione ai loro concorrenti, in particolare per l’abilità con cui hanno sfruttato l’uscita della safety car. A turno, Aston Martin, Corvette, Porsche e Ferrari hanno guidato le danze in diverse fasi di una gara sempre serratissima. Tuttavia, con il vantaggio al 43° giro (il primo di un totale di 137 giri in testa, il migliore risultato della categoria) e 29’12 ai box, la vettura numero 51 ha decisamente dominato la gara. Negli annali, questo sarà il 27° trionfo di categoria per la Ferrari alla 24 Ore di Le Mans e la terza vittoria del team AF Corse dopo il 2012 e il 2014. Anche i rivali hanno applaudito lo straordinario risultato ottenuto dall’equipaggio vincente, che ha chiuso con 49 secondi di vantaggio sulla Porsche 911 RSR numero 91. Parlando a nome del vittorioso trio Ferrari, Pier Guidi ha affermato: “È stata sicuramente una gara difficile. Abbiamo dovuto attaccare dall’inizio alla fine. Salire sul gradino più alto del podio e ascoltare l’inno italiano indossando la tuta Ferrari davanti a questo pubblico incredibile è qualcosa di indimenticabile”. Antonello Coletta, Direttore per le competizioni GT del marchio, ha dichiarato: “Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra sono stati perfetti e hanno saputo sfruttare al meglio la strategia messa a punto splendidamente dai nostri tecnici e dagli uomini di Amato Ferrari. Sono estremamente orgoglioso: meritavamo di tornare a vincere questa gara nella classe GTE Pro da un pezzo e averlo fatto a esattamente 70 anni dalla prima vittoria del 1949 è un ulteriore motivo di gioia”. Con ben undici vetture sulla griglia di partenza, la Casa di Maranello è stato il costruttore più rappresentato in questa 87a edizione di Le Mans. Da segnalare, nella categoria GTE Am, il secondo e terzo posto delle 488 GTE di JMW Motorsport e WeatherTech Racing, guidate rispettivamente da Rodrigo Baptista, Jeff Segal, Wei Lu e Cooper MacNeil, Toni Vilander, Robert Smith. Un’altra performance di rilievo è stata quella di Takeshi Kimura, Kei Cozzolino e Côme Ledogar di Car Guy Racing. Al suo debutto assoluto sul circuito della Sarthe, il team giapponese si è classificato quinto nella sua categoria, quattro posti davanti alla vettura numero 83 di Kessel Racing, guidata da un team tutto al femminile composto da Manuela Gostner, Rahel Frey e Michelle Gatting. Settant’anni dopo quella prima grandiosa vittoria, la Ferrari scrive un nuovo capitolo di successo nella storia della gara di endurance più famosa al mondo.