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    Open Mic: Fons Scheltema

    Maranello 27 aprile 2020

    In attesa che l’attività sportiva possa riprendere in pista, la nuova rubrica “Open Mic” ci porta alla scoperta di alcuni dei protagonisti del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli, a partire da Fons Scheltema, uno dei piloti più fedeli al monomarca del Cavallino Rampante, il cui debutto nella serie risale al 2005. Ad intervistare uno degli alfieri di Kessel Racing, Dave Richardson, voce ufficiale del campionato, che ripercorre con l’olandese non solo alcuni dei momenti più significativi della sua carriera, ma ci porta a scoprire il lato umano che rende Scheltema uno dei partecipanti più apprezzati e positivi del Challenge Europe. Nel corso dell’intervista, Scheltema racconta le origini di uno degli elementi più distintivi della livrea della sua vettura, la bocca dello squalo che appare minacciosa sulla griglia anteriore e sul suo casco.

    Si ispira al disegno che i piloti di caccia americani usavano sul muso dei loro aerei”, racconta Fons, “Quando vidi il muso della 430 Challenge ho subito pensato le sue forme si prestassero per l’applicazione di quel disegno. Nel corso degli anni, con le diverse vetture che abbiamo utilizzato, ho evoluto le forme e il design della bocca di squalo e posso assicurarvi che anche nella 488 Challenge Evo il risultato finale non vi lascerà delusi”.

    Fons è anche famoso per portare sul podio dei messaggi o delle dediche che rivolge a persone che hanno bisogno di un incoraggiamento o di una giusta celebrazione, nonché per la sua grande disponibilità che dimostra nei confronti dei tifosi o di persone meno fortunate. “Credo che la passione sia completa solo quando puoi condividerla con altri per realizzare i sogni”, spiega l’olandese, “dobbiamo sempre ricordare quanto siamo fortunati e regalare dei momenti di felicità a chi vive in condizioni diverse dalla nostra”.

    Nel corso dell’intervista vengono anche ricordati gli esordi di Scheltema al volante di vetture da competizione. “Ho iniziato a correre con un team olandese”, continua il nostro protagonista, “ma ebbi modo di vedere che nel paddock c’erano anche altri team che univano passione e competenza. Quando ho avuto modo di conoscere Loris Kessel qualcosa cambiò. Mi ricordo che, nonostante fosse il proprietario della squadra e un pilota famoso, applicava gli sponsor sulla vettura dei suoi clienti. La dedizione che Loris metteva nelle cose mi colpì e così iniziai a correre con loro. Uno degli insegnamenti che mi diede e che conservo è quello di non guardare negli specchietti perché, se un pilota guida bene, è un problema per chi insegue quello di trovare il modo per superarlo. Questo mi permise di migliorare i miei tempi di oltre un secondo e mezzo perché riuscii a concentrarmi solo sulla guida e, da quel momento, non solo la mia stagione ma la mia carriera fece un passo avanti.

    Anche il rapporto con Ronnie Kessel, figlio di Loris e proprietario del team, è speciale “e nacque in pista, quando lui era uno dei giovani piloti che partecipavano al Challenge. C’è un episodio, di cui parliamo ogni tanto ancora oggi, legato a una Finale Mondiale disputata al Mugello quando lo superai nel corso dell’ultimo giro, all’ultima curva”. Nel momento particolarmente difficile che stiamo vivendo, contrassegnato dalla pandemia, Scheltema non perde l’ottimismo e si prepara al ritorno in pista. “Nella famiglia del Kessel Racing”, racconta l’olandese, “continuiamo a rimanere ovviamente in contatto e a prepararci, scambiandoci informazioni e girando sul simulatore a casa, per prendere confidenza con le piste che affronteremo quando potremo tornare a gareggiare”.

    Potete rivedere l’intervista integrale in lingua inglese nel video sottostante.