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    Tech Insight: gli assetti aerodinamici della 488 Challenge Evo

    Maranello 27 maggio 2020

    La 488 Challenge Evo ha introdotto svariati perfezionamenti volti a migliorare maneggevolezza, qualità e costanza delle prestazioni della vettura offrendo ai suoi piloti un divertimento di guida sempre maggiore. Una delle principali novità introdotte è in realtà un’anteprima assoluta per il monomarca del Cavallino Rampante, vale a dire la possibilità di modificare il carico anteriore e quello posteriore in modo indipendente per avere sempre sotto controllo il bilanciamento senza modificare l’altezza da terra della vettura. Il pilota può selezionare differenti configurazioni prima di ogni gara a seconda di caratteristiche del circuito e delle condizioni climatiche. Lo sviluppo di questa soluzione, unita alle altre specifiche del pacchetto Evo, nasce – come sempre nel caso di Ferrari – dal dialogo continuo con piloti e clienti e ha una duplice finalità: il miglioramento prodotto sia nella performance assoluta sia nella fruibilità, per garantire che l’esperienza in pista al volante delle Challenge sia al passo con quella offerta delle migliori GT da competizione. In particolare, parlando di performance assoluta, il target di sviluppo prefissato ha richiesto un enorme lavoro aerodinamico che ha portato al miglioramento del carico verticale del 50% nelle condizioni di disegno, pur assicurando una velocità di punta sul rettilineo di Monza comparabile a quella della versione precedente. Gli ingegneri hanno inoltre deciso di spostare in avanti il bilanciamento aerodinamico, ossia la percentuale di forze verticali aerodinamiche che gravano sull’asse anteriore rispetto al totale delle forze verticali, del 20% allo scopo di rendere la macchina più precisa in inserimento, più vicina all’handling garantito da vetture GT3. Un lavoro che ha richiesto uno sforzo significativo, durato circa 9 mesi, impiegando circa 2000 ore/uomo di CFD e oltre 12000 ore/uomo di galleria del vento, esplorando circa 400 configurazioni geometriche diverse. Il ricorso massiccio alla galleria del vento è stato necessario per la definizione del fondo vettura: in galleria si ha la possibilità di misurare in pochi minuti una particolare configurazione geometrica della vettura su circa 50 assetti, garantendo un comportamento sano in tutte le configurazioni che può assumere la cassa rispetto al vento e al suolo durante un giro di pista, e in questo senso il fondo è l’elemento più sensibile a queste variazioni e che maggiormente necessita di essere monitorato. Lo sviluppo si è diviso in due fasi principali: nella prima si sono individuati i parametri geometrici più fruttuosi, individuando le aree che avrebbero potuto garantire maggiori performance in maniera più flessibile. Nella seconda, a valle dello shake-down della vettura, si è indirizzato uno sviluppo più puntuale seguendo le indicazioni dei collaudatori in una serie di loop molto ravvicinati tra galleria del vento in scala, galleria 1:1 e pista. È molto facile notare le differenze tra la 488 Challenge e la sua versione Evo a livello estetico ed aerodinamico. Per giungere alla forma finale, il lavoro degli ingegneri è partito dalla cura della gestione dei flussi termici. Laddove nella Challenge ‘standard’ i radiatori evacuano aria calda in parte sul cofano e in parte sul fondo vettura, nella Evo si è deciso di spostare i flussi sul fondo, che limitano le possibilità di sviluppare capacità di carico verticale della vettura, nel passaruota e sul paraurti laterale, lasciando al fondo la possibilità di esprimere elevate aspirazioni e quindi di elevare il livello di carico globale. Partendo da questo presupposto, lo splitter anteriore e il fondo anteriore sono stati profondamente rivisti sia nei volumi che nei dettagli degli elementi deputati alla creazione di vorticità. Nello specifico, il nuovo disegno dello splitter anteriore ha favorito la stabilità dell’anteriore (essenziale in una vettura da competizione con questi valori di deportanza), desensibilizzando la variazione di carico verticale al variare dell’altezza vettura. L’altro elemento deputato alla generazione di carico anteriore è il paraurti, il cui volume laterale è stato scavato per alloggiare una coppia di flick che, lavorando in sinergia col fondo, ne massimizzano le prestazioni. La riduzione di resistenza è stata invece affidata al nuovo disegno di paraurti posteriore, che con la forma squadrata e gli spigoli netti che incorniciano le ampie evacuazioni dietro le ruote posteriori, favoriscono una gestione più ottimale della scia delle ruote a beneficio di una riduzione della resistenza di forma della vettura. Non ultimo, la piccola ala deflettrice posta sotto lo specchio retrovisore esterno ha il compito di raddrizzare il flusso proveniente dall’anteriore che presenta una forte componente di upwash dovuta alle modifiche sopra descritte, indirizzando aria più pulita ed energica verso gli intercooler. La nuova configurazione della vettura e il mutato comportamento dinamico ha posto gli ingegneri davanti ad alcune scelte tecniche difficili che però hanno portato a soluzioni originali che amplificano le potenzialità della protagonista del monomarca del Cavallino Rampante. Se il maggior bilanciamento aerodinamico di cui gode la 488 Challenge Evo rende la vettura più precisa, è altresì vero che il campo ottimale di set-up aerodinamico si restringe, rendendo necessario un adattamento della configurazione aerodinamica sulle diverse piste. Da questa considerazione è nata la necessità di creare un elemento aerodinamico capace di regolare il carico anteriore in modo diverso dalla semplice regolazione di altezza da terra, che ha delle conseguenze anche sulla dinamica del veicolo: insieme alla possibilità di regolazione dell’incidenza dell’ala, si ha così la possibilità di disaccoppiare il set-up aerodinamico da quello meccanico. Nello specifico, gli scivoli anteriori sono stati dotati di aperture calibrate che progressivamente scaricano l’anteriore. In questo modo, il pilota può ridurre l’incidenza dell’ala congiuntamente al fondo anteriore per avere una vettura che, a pari bilancio, abbia meno carico globale e meno resistenza per piste veloci, oppure variare singolarmente la configurazione di fondo anteriore o di ala in un intervallo di 15 punti percentuali di bilancio, senza variare l’altezza da terra e in generale il set-up meccanico della vettura. Tutti questi interventi sono stati deliberati dal team dei collaudatori Ferrari che è fondamentale nelle fasi critiche di incubazione e sviluppo del progetto aerodinamico e veicolistico, offrendo una costante analisi e verifica alle tonnellate di dati che vengono raccolte nelle simulazioni di aerodinamica virtuale, in galleria del vento e al simulatore. Oltre ai professionisti di Maranello, la 488 Challenge Evo è stata portata in pista ed in gara anche dai piloti del Ferrari Challenge Asia Pacific e North America che hanno potuto pertanto iniziare a esplorare e apprezzare le nuove potenzialità aerodinamiche della vettura.
    27 maggio, 2020